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La ringhiera in bronzo e ferro torna in vita

I lavori di restauro sono eseguiti da Chiara Valcepina su iniziativa del Centro sociale Ciaperoni e in collaborazione con l'omonima Fondazione

La città del Sansovino è uno scrigno di bellezze artistiche ed architettoniche di notevole valore, alcune delle quali hanno bisogno di un pronto intervento restaurativo. Una di queste opere è la pregevole ringhiera in bronzo e ferro battuto di Via Roma, sopra l'ex asilo infantile Ciaperoni. Presto, grazie all’impegno e alla passione personale di Giulio Tozzi, presidente del Centro Sociale Ciaperoni, che ha coinvolto alcune aziende locali a finanziarne il restauro, questa pregevole opera tornerà a fare bellezza di sé nel centro storico savinese. Il tutto in collaborazione con l'omonima fondazione Ciaperoni presieduta da Don Walter Tanganelli.

"Attraverso il reperimento dei necessari finanziamenti presso privati, abbiamo potuto iniziare il restauro – ricorda Giulio Tozzi – le aziende da me contattate hanno subito risposto presente, poiché hanno ritenuto importante valorizzare le bellezze artistiche della nostra città, un valore culturale dei nostri predecessori da trasmettere alle generazioni future".

I lavori di restauro della celebre ringhiera sono eseguiti da Chiara Valcepina, restauratrice dei beni culturali, sotto la supervisione di Jane Donnini della Soprintendenza delle Belle Arti.

"Due sono gli interventi differenziati che stiamo effettuando sull'opera – sottolinea Chiara Valcepina – Uno per il ferro, al fine di asportare la ruggine, ed uno per le leghe di rame. Lavori complessi che porteranno a nuova luce questa bellissima opera".

Nella pregevole ringhiera, realizzata verso la fine del secolo XVIII da parte del fabbro Vincenzo Silvestri da Montepulciano, artista che “lavorava con esuberanza di fantasia non sempre felice ma con tecnica perfetta, degna della nostra più bella tradizione' (Salmi), sono prodotti fiori, foglie, frutta, uccelli e lo stemma Filippi, antica famiglia proprietaria dell'edifico oggi di proprietà della Fondazione Ciaperoni.

Claudio Zeni