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Con la fusione nuovo polo enogastronomico

Dopo lo storico voto che ha visto trionfare il sì per la fusione Montalcino e San Giovanni d'Asso, molti sono gli scenari che si possono profilare

Da un'analisi svolta da MontalcinoNews, agenzia di comunicazione, con la fusione di Montalcino e San Giovanni d'Asso si apriranno molti scenari su un ricco futuro enogastronomico

Il Consorzio del Brunello ha già dichiarato che non ci saranno allargamenti per la produzione, ma grazie a questa fusione, appare più che giusto un binomio Brunello-Tartufo Bianco, prodotto tipico del territorio di San Giovanni d'Asso.

Il comune di Montalcino si è arricchito di una delle aziende più grandi di coltivazione biologica di grano, Pieve a Salti: 700 ettari dove trovano spazio anche avena, farro e legumi e di Montisi uno dei pochi paesi dove è rimasta la coltivazione dell'aglione.

San Giovanni ha poi una lunga tradizione olearia, come Montalcino dopotutto; ma che esterna con la ''Festa dell'Olio'' dove propone l'ultima spremitura (manifestazione che si potrebbe in futuro magari allargare anche ai produttori di Montalcino, ndr).

Un incontro, quindi, di prelibatezze che potrebbe catapultare il nuovo comune

tra i poli enogastronomici più ricercati d'Italia capace di soddisfare tutti i gusti.