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​Il mondo del vino ribolle contro il decreto Conte

Il Consorzio del Nobile di Montepulciano alza la voce. Il presidente Rossi: “La campagna toscana non è una metropoli”

Montepulciano alza la voce. E lo fa per manifestare la preoccupazione che attraversa il mondo delle aziende vitivinicole, una delle eccellenze del territorio della Valdichiana senese.

Qui il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano che rappresentanza la filiera viti-vinicola del territorio, con un indotto economico locale che sfiora il 70% tra turismo e altre attività legate alla vite e al vino ha raccolto il disagio dei produttori per gli effetti della nuova stretta sulle attività economiche decisa dal decreto del governo.

“Siamo convinti tutti che si debbano prendere le giuste misure precauzionali per arginare e lottare questa pandemia – commenta Andrea Rossi, presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano – tuttavia certe misure sono pensate soprattutto per le grandi realtà urbane che in parte non hanno niente a che fare a confronto con la nostra realtà dove il controllo è elevato e soprattutto il rischio di assembramento fortemente limitato rispetto alle metropoli”.

Le azioni decise da Roma e applicate a tutto il territorio nazionale secondo il Consorzio dei produttori danneggiano ancora di più lo stato di un’economia che vive sul rapporto tra imprenditori del mondo del turismo che interagiscono da sempre con il settore viti-vinicolo e che ora sono di nuovo bloccati. 

"Si è pensato a tutte le categorie, dando giustamente la priorità a scuole, sistema sanitario - continua Rossi - ma al momento non è stato preso in considerazione il nostro settore”. Di qui l’auspicio che “le istituzioni locali, regionali e nazionali si facciano carico delle nostre istanze e di quelle di tante altre realtà simili alla nostra”. Il malcontento sale.