Attualità

Il Comune si riappropia di un pezzo di storia

Radicofani si è riappropriata di un pezzo di storia restaurando un quadro che la raffigura e ritrovato a Santa Maria di Provenzano di Siena

Con una solenne funzione religiosa tenuta dal parroco senese don Enrico Grassini, davanti al sindaco Francesco Fabbrizzi e agli amministratori comunali, l’opera è stata presentata alla comunità.

Si tratta dell’ex voto di una famiglia di origine senese scampata a uno dei terribili terremoti che hanno caratterizzato la storia di questo luogo strategico. Dipinto nel XVIII secolo, su commissione degli Algeri ha richiesto un investimento di tremila euro da parte del Comune di Radicofani per il suo recupero.

Un olio su tela che misura 91x120 centimetri, e raffigura l’immagine della Madonna di Provenzano che protegge Radicofani visto da sud con la fortezza e la Posta medicea. Come da accordo, preso dal precedente sindaco e attuale vicesindaco Massimo Magrini con il parroco di Provenzano Grassini il quadro rimarrà esposto per due anni nella chiesa di sant’Agata di Radicofani prima di fare ritorno a Siena.

Siena pagava una fortuna per avere dallo Stato pontificio la possibilità di controllare Radicofani, luogo strategico sulla Francigena, e la rivestì di opere d’arte e fortificazioni. In precedenza, come dimostra la vicenda di Ghino di Tacco, Radicofani accolse tante famiglie nobili senesi, cadute politicamente in disgrazia, in esilio.

Questo Comune è l’unico che ha per simbolo, contemporaneamente, il leone rampante simbolo del popolo di Siena e la Balzana. E ogni anno “per S. Maria d’agosto, deva offrire alla chiesa Cattedrale un Palio scarlatto di valore 25. Fiorini, accompagnato da quattro massai. Dunque il drappellone per la festività più importante di Siena, nel Quattrocento, secondo i documenti raccolti quattro secoli or sono Giovanni Antonio Pecci, veniva solennemente fornito da questa comunità di confine, in occasione del palio e dei vari giochi che si disputavano all’epoca.