Attualità

Gli animali minano la sicurezza degli argini

Investiti 50mila euro per i lavori del Consorzio di bonifica in tutta la vallata. Tamponate molte “case abusive” scavate dalle nutrie

Cunicoli profondi e larghe gallerie. Gli animali selvatici in Valdichiana continuano a scavare le loro “abitazioni” su argini e sponde, minandone solidità e stabilità.

Lo sfalcio dell’erba e il taglio selettivo della vegetazione, completato di recente dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno sul Torrente Foenna, sul Torrente Salarco, sull’Allacciante di Sinistra, sul Torrente Mucchia, sulla Reglia di Val di Capraia, sul Torrente Esse di Cortona (tanto per fare qualche esempio) hanno evidenziato ancora una volta la presenza di case “abusive” di nutrie e non solo.

“Sistemi di tane come quelli individuati su alcuni corsi d’acqua importanti può far collassare un argine, con gravi conseguenze per la sicurezza idraulica del territorio - specifica Michele Gobbini, referente per la Valdichiana del Settore Difesa Idrogeologica del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno - Occorre una vigilanza costante. Non solo. Consolidare gli argini sforacchiati è un’operazione tutt’altro che semplice: una volta verificata con precisione l’entità del danno, infatti, si rende necessario compattare la struttura, in molti casi con l’aggiunta di nuovo materiale e con conseguente moltiplicazione dei costi”.

In Valdichiana la riparazione più recente, portata a termine da ditte specializzate in movimento terra insieme alle squadre di operai consortili, ha richiesto un investimento di 50.000 euro, somma in parte paracadutata sulla vallata dalla convenzione siglata dal Consorzio con la Regione Toscana.

“Il fenomeno degli argini crivellati di tane si ripete ormai con grande e preoccupante frequenza. Le popolazioni sono stanziali e tendono quindi a concentrarsi sempre nelle stesse aree, dove trovano le condizioni di vita più favorevoli - conclude la presidente Serena Stefani - Il Consorzio deve costantemente monitorare la presenza degli animali e verificare i loro scavi, per tenere la situazione in equilibrio ed evitare possibili danni e allagamenti. Cosa tutt’altro che semplice e che ogni anno richiede investimenti di decine di migliaia di euro”.