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Arpat mappa l'area di possibile ricaduta emissioni

Sull'incendio alla Raetech sono intervenuti i tecnici Arpat del dipartimento di Arezzo ed hanno mappato le zone di potenziale ricaduta delle emissioni

La Raetech svolge le sue attività in due capannoni di circa 1700 mq ciascuno e recupera e smaltisce rifiuti speciali pericolosi e non, prevalentemente RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche).

Il capannone interessato dall'incendio non conteneva rifiuti pericolosi. In esso si svolgevano le principali attività di gestione/recupero, quali deposito preliminare, triturazione, selezione densitometrica e magnetica, separazione delle parti plastiche/gommose e dei metalli ferrosi e non.

L’incendio sembra sia divampato da un corto circuito che ha interessato il motore del nastro trasportatore dal quale le fiamme si sono propagate provocando il crollo parziale della copertura che non conteneva amianto. Dopo lo spegnimento delle fiamme i vigili del fuoco hanno dichiarato inagibile l'immobile chiedendo l'effettuazione di approfondite verifiche strutturali e strumentali per ripristinare le originarie condizioni di sicurezza.

Il Settore Modellistica previsionale di Arpat ha redatto uno studio diffusionale per individuare le aree maggiormente interessate dalle potenziali ricadute dalle sostanze rilasciate in atmosfera per valutarne l’opportunità di campionare i vegetali a foglia larga.

Tenendo conto della modesta durata dell'evento, la quota del punto di emissione e le condizioni meteorologiche, Arpat ha individuato l’area rappresentativa delle zone più interessate dalla deposizione delle potenziali sostanze rilasciate nel corso dell’evento. Al di fuori di tali zone, sulla base delle conoscenze ed esperienze pregresse, Arpat esclude la possibilità che le deposizioni dei fumi dell'incendio possano aver prodotto un deposito di microinquinanti organici sui vegetali a foglia larga, tali da far superare il livello precauzionale previsto dalla normativa europea per alcuni prodotti alimentari.

A scopo cautelativo il sindaco ha adottato l'ordinanza che vieta la raccolta e consumo di frutta, verdura, ortaggi ed altri prodotti agricoli di qualsiasi genere, coltivati nel raggio di 700 m dal luogo in cui si è verificato l’incendio.

Per lo stesso motivo, all’interno delle zone di ricaduta individuate dalla mappatura, l'Azienda USL Toscana Sud Est ha prelevato campioni di vegetali a foglia larga sui quali sono in corso le analisi del laboratorio di ARPAT i cui risultati saranno resi disponibili nei tempi tecnici necessari per le valutazioni da parte della Azienda sanitaria.

Esclusa la presenza di amianto sia fra i rifiuti che nella struttura. Le acque utilizzate per lo spegnimento dell'incendio sono state raccolte e inviate a smaltimento tramite ditta autorizzata.