Cronaca

Delitto Lucignano, il figlio è ancora in silenzio

Proseguono le indagini sul delitto di Lucignano, i carabinieri stanno cercando di capire se si tratti di un delitto premeditato

Raffaele Ciriello

Sotto questo profilo i carabinieri stanno lavorando su un possibile gap temporale tra la lite e il delitto che potrebbe dare una svolta al caso. Il silenzio del 18enne non ha consentito agli investigatori di dare contorni più netti a quello che parrebbe un delitto d'impeto ma che potrebbe nascondere risvolti inaspettati, forse quello di un gesto premeditato e quel 'vuoto'' di circa 30 minuti nella dinamica dell'omicidio ancora da spiegare.

Nel frattempo Giacomo Ciriello assistito dal suo avvocato Stefano Del Corto, in carcere ad Arezzo, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato una dichiarazione spontanea in cui si assume tutta la responsabilità dell'accaduto e che indietro non si può tornare.

Giacomo era tornato ad abitare nel casolare con il padre Raffaele Ciriello, dopo un lungo periodo trascorso nella vicina Monte San Savino con la madre. I genitori del giovane erano separati da diversi anni e stando a quanto emerge il giovane aveva sofferto per questa separazione. Da poco il padre aveva iniziato una relazione con una nuova compagna, circostanza che non sarebbe stata accettata da Giacomo.

Dopo lo sparo avvenuto intorno alla mezzanotte nel casolare di Luciganno e la chiamata al 112, Giacomo è stato trasferito nella caserma della compagnia dei carabinieri di Cortona dove è stato raggiunto dall'avvocato Stefano Del Corto.

Nel frattempo il corpo del padre Raffaele Ciriello si trova all'obitorio del San Donato di Arezzo, in attesa dell'autopsia che è stata affidata all’equipe di medicina legale dell’Università di Siena.