Attualità

​Covid, diario social dal Positive Club

Come si affronta il virus: Monica Conticini lo racconta “in diretta” dal suo isolamento a casa

Un diario di bordo. Il diario del Covid. L’autostrada per comunicare con il mondo sono i social, Facebook in particolare e l’idea è di Monica Conticini, da pochi giorni alle prese con la parola diventata incubo: “positiva”. 

Artista castiglionese, scrittrice, ranger con la passione per l’Africa dove ha portato avanti progetti per salvare la fauna a rischio estinzione, Monica ha un motto che vale anche per la nuova battaglia contro il virus: “Never give up!”.

Lei è il prototipo della resilienza e spiega perché ha deciso di tenere un diario dal Positive Club: “Non per rompere i maroni a tutti, ma perché ci sono moltissime persone nella mia condizione che magari sono sole e hanno paura”. Monica sgombera subito il campo: avere il Covid non è un’onta “perché sembra quasi che uno debba pure sentirsi in colpa. Oltre al danno la beffa”. Poi racconta come ci si sente: “Ho parlato con altre persone positive e se per alcuni, i sintomi non si sono visti, per altri non è così.Ed è naturale avere paura. È naturale avere un tremito ad ogni colpo di tosse in più. Quando ti sentì dire che sei positiva e non perché sei ottimista, la prima reazione almeno per me, è stata quella di un pianto a dirotto. Proprio a singhiozzi. Poi ho recuperato le redini, mi sono chiesta come stavo realmente, e ho impedito al panico di prendere il sopravvento. Ho fatto mente locale su chi avevo potuto incontrare nelle 24 ore prima, e sono stata in contatto con la Asl per capire cosa dovevo fare”.

Reagire è la via per la guarigione: “Sapere di avere questo sconosciuto addosso, una certa ansia la mette, però bisogna provare ad affrontarlo raccogliendo quanta più tranquillità possibile e se uno si sente particolarmente solo o abbattuto, chiami un amico, un numero verde, chiunque possa ascoltare, ma non si butti troppo giù, la mente è fondamentale". 

Non è un'influenza e Monica ribadisce il concetto: "Bene non si sta, nel senso che è vero che sembrano i sintomi di un’influenza, ma quadruplicati. Non è un’influenza comune, manco per niente. Parlo sempre nel caso di chi come me, ha qualche sintomo. Il senso di spossatezza è incredibile e i mal di testa quanto partono sono fortissimi, le gambe sono morte”. 

Lei sta così ma guarda a chi sta peggio: “Ci sono persone in Terapia Intensiva e mi sento comunque fortunata. Ho un carissimo amico che è uscito da poco dalla situazione di intubazione, e mi ha detto che avrà gli incubi per lungo tempo! È vero che finché non ci passi, che te frega. Si esprimono opinioni gratuite che mancano totalmente di rispetto, si hanno comportamenti superficiali, tanto, di qualcosa bisogna morire. Beh, accomodatevi. Io voglio vivere e bene. Fare le mie cose e realizzare tutti i miei progetti”.