Attualità

Confcommercio interviene sul ricalcolo della Tari

L’Amministrazione comunale ha deliberato un ricalcolo dei costi del servizio di gestione dei rifiuti cha ha portato ad un aumento della Tari

Confcommercio interviene sul tema che in questi giorni sta sollevando delle forti polemiche e critiche nei confronti dell’amministrazione comunale.

“Sulla TARI Chianciano ha dato un primo segnale di attenzione alle imprese ed operatori turistici della cittadina. In questo senso esprimiamo una favorevole valutazione sull’operato dell’Amministrazione Comunale”. Interviene il presidente della delegazione di Chianciano di Confcommercio, Massimo Camisa, su un tema di forte attualità per tutta l’area.

“Confcommercio prende atto del nuovo criterio di tariffazione della tassa per il servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani TARI. Per anni le imprese hanno sopportato un carico sproporzionato dell’onere relativo alla tassa rispetto agli altri fruitori del servizio. Le rilevazioni dati sui comuni limitrofi sulla ripartizione di questo tributo dimostravano una tariffazione penalizzante per le imprese di Chianciano – aggiunge – una penalizzazione aggravata anche dalla stagionalità delle stesse imprese che erano costrette a sopportare un tributo di valenza annuale sul breve periodo della stagione turistica”.

“La Confcommercio auspica – conclude Camisa – che l’attenzione dimostrata al tessuto economico cittadino sulla tariffazione della TARI rappresenti un primo segnale positivo di un indirizzo amministrativo mirato al sostegno e recupero del tessuto economico della nostra stazione termale”.

La tariffazione è stata modificata secondo indirizzi di maggiore equità nei confronti delle imprese

L’Assessore Damiano Rocchi, nei giorni successi al ricalcolo della Tari aveva spiegato alla stampa locale, questo ricalcolo è stato necessario per abbattere i costi totali, cosa questa possibile esclusivamente rivedendo globalmente il sistema di gestione del rifiuto. La manovra eseguita, quindi, non ha incrementato i costi ma ha riequilibrato tra utenze domestiche e non domestiche, e soprattutto in nome del principio dell'equità, quei costi che fino al 2014 sono stati per motivi diversi non equamente ripartiti in funzione di quella che era la produzione di rifiuti 'reale' a carico di tali utenze.