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No alla fusione, “Difendiamo la nostra storia”

Il sindaco ha presentanto un ordine del giorno, poi approvato, dove esprime preoccupato per la fusione obbligatoria di Comuni sotto 5000 abitanti

Il sindaco Marchetti si dice preoccupato per la fusione perchè, a suo dire, è un approccio prettamente contabile-amministrativo e non fondato sull’evidenza dei dati ma solo sul parametro del numero degli abitanti che impedisce di comprendere eventuali processi di razionalizzazione, efficientamento e risparmio di costi.

«I “piccoli campanili” - afferma il Sindaco Andrea Marchetti - rappresentano la parte sana di un'Italia che lotta, che sa di potercela fare e che ce la farà. In un momento di recessione economica come quello che stiamo vivendo gli Enti Locali possono dare un contributo molto importante rispetto a quella che deve essere la risposta della politica. In questi anni, e ancor di più in questi mesi e giorni, si è parlato dei Comuni, in modo particolare dei piccoli Comuni, e dell’ipotesi di accorpamento degli stessi, come se i problemi dell’Italia dipendessero dai costi (quasi pari a zero) dei piccoli municipi. Vorrei, invece, sottolineare l’importanza dell’esistenza, anche nelle piccole comunità, del “municipio”, quale “casa dei cittadini” (troppo spesso intesi come semplici contribuenti) punto di riferimento per le persone in difficoltà, luogo nel quale si sente la presenza dello Stato, ultimo avamposto in difesa delle istituzioni e dell’identità locale. Piccoli centri dove il sindaco, gli assessori, i consiglieri, sono persone che si “rimboccano le maniche” per il bene della comunità».

«Con la fusione – prosegue il vicesindaco ed assessore al bilancio, Rossana Giulianelli - si pensa di tagliare costi ma in realtà, centralizzando, si rischia di perdere dei servizi, come le chiusure degli uffici postali, delle Caserme dei Carabinieri, degli Ospedali e dei Tribunali».

Per Marchetti le politiche di razionalizzazione, valorizzazione e ordinamento di territori e comunità sono necessarie ed improrogabili ma debbono essere perseguite utilizzando strumenti quali le associazioni dei servizi, attraverso convenzioni, e soprattutto con l’Unione dei Comuni. L’Amministrazione comunale respinge quindi ogni iniziativa che in tema di accesso alle risorse ed alle contribuzioni per gli Enti Locali, privilegi i Comuni che intraprendono percorsi di fusione rispetto a tutti gli altri, in quanto tali azioni si baserebbero su principi discriminatori tra Enti. Inoltre, invita la Regione Toscana a supportare le iniziative intercomunali, abbandonando eventuali progetti di fusioni “imposte”, di fatto o per legge, ai Comuni che si oppongono alla fusione, ed invita, invece, a valorizzare gli elementi di natura sociale, territoriale ed economica di ogni singolo Comune, nonché sostenere la “rete” dei piccoli Comuni.

L’ordine del giorno approvato è stato inoltrato al Governo, ai Presidenti dei due rami del Parlamento, al Presidente della Regione Toscana, ai Sindaci della Provincia di Siena, all’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), all’ANCI Toscana, all’ANPDCI (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia) all’UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) e all’UNCEM Toscana, oltre alle associazioni delle autonomie.