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Museo d’Arte chiuso per protesta

Museo classificato come una discoteca, il direttore del Museo d’Arte non ci sta e compra una pagina su La Nazione per spiegare i motivi della protesta

Su La Nazione, una pagina intera per spiegare i motivi della protesta dei lavori del Museo d’arte contemporanea di Chianciano Terme.

Il museo, si legge sulla pubblicità, spiega che dopo la trasformazione da albergo in museo, l’ufficio agenzia del territorio di Siena ha notificato un avviso di accertamento a mezzo del quale è stata accertato un maggiore valore della rendita catastale mediante variazione di categoria.

La società allora ha presentato ricorso alla commissione provinciale di Siena sostenendo errato l’inquadramento come discoteche, cinematografi, sale da concerti e quant’altro di questo genere. La società allora ha fatto ricorso evidenziando che la categoria dell’immobile era quella delle biblioteche, pinacoteche, musei e gallerie, ma questa non essendo prevista dal Comune di Chianciano Terme, la categoria più consona da assegnare era quella di fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività commerciale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni.

La commissione provinciale ha però respinto il ricorso in quanto in considerazione della mancanza della classificazione di pinacoteche, musei, biblioteche, l’ accatastamento più idoneo fosse quello nel quale erano elencati discoteche, zoo e cinema, lascia perplessi e disorientati.

La società di gestione fa sapere che questa decisione è inaccettabile perché penalizza chi vuole investire nella reltà, motivando le ragioni di tutti coloro che oggettivamente vedono parte delle istituzioni inclini a creare degli ostacoli. La società ritiene, quindi, ingiusta e lesiva la decisione e si rivolgerà a tutte le sedi sia italiane che europee per ottenere il giusto riconoscimento.