Il consiglio regionale ha dato il via libera con 41 voti a favore e tre astenuti alla proposta di legge scritta qualche settimana fa dalla giunta.
I servizi passano ai Comuni associati con fusioni e unioni che diventano essenziali, un ruolo forte per la Città metropolitana che può far da volano e una Regione più ramificata e vicina ai territori. Il personale delle Province si sposterà assieme alle funzioni.
"Abbiamo fatto la nostra parte, nonostante i tagli che anche la Regione ha subito – dice l'assessore alla presidenza Vittorio Bugli – Più di questo la norma nazionale non ci permetteva. Se serve chiederemo al Governo altre risorse".
La riforma è stata commentata dal presidente Enrico Rossi: "Ridefiniamo oggi un profilo diverso della Regione – dice – che sarà meno ente astratto, meno 'staterello' ed ente di programmazione ma più presente sui territori con propri uffici, pronta ad occuparsi della progettazione degli interventi utili a prevenire il rischio idrogeologico, pronta a controllare con la polizia idraulica il rispetto delle regole, pronta ancora a gestire in modo diverso la formazione e l'orientamento professionale".
La legge ha tre parole chiave: sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione. "Abbiamo - dice Bugli - affidato ai Comuni tutto quello che si poteva, abbiamo lasciato alla Regione funzioni adeguate al suo livello e che altrove difficilmente potevano essere gestite. Siamo stati attenti anche a differenziare bene le competenze con una migliore definizione di chi fa cosa".
Formazione, agricoltura e difesa del suolo sono tra le competenze di cui la Regione tornerà ad occuparsi direttamente. Si occuperà anche di caccia e pesca. Avrà competenze in materia di rifiuti, difesa del suolo, tutela della qualità dell'aria e delle acqua. Si occuperà ancora di inquinamento acustico ed energia, dell'osservatorio sociale e delle autorizzazioni come Aia, Vas, Via e Aia. Il Genio Civile sarà presente nei territori e competente per progettazione, manutenzione e polizia idraulica. Quanto alle strade regionali, progettazione e realizzazione di opere strategiche saranno regionali mentre la manutenzione rimarrà alle Province. E con le funzioni la Regione riassorbirà anche il personale che a queste era dedicato, che magari rimarrà negli uffici territoriali.
"Riporteremo in Regione tutto il personale che ci è consentito dalla legge nazionale – assicura e tranquillizza Bugli, rivolgendosi ai lavoratori - E conclusi gli accordi e fatti conti più precisi, guarderemo se sarà possibile allargare ulteriormente il perimetro".
Si riorganizza, dunque, la Regione come ente ma sarà riorganizzerà la Regione anche come macchina.