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Attualità sabato 14 maggio 2016 ore 15:17

Le imprese lavorano per pagare le tasse?

I dati raccolti dell’Osservatorio sulla tassazione Cna rivela che le imprese lavorano 220 giorni all’anno per pagare le tasse; la Cna mostra i dati



VALDICHIANA — I numeri sono il frutto dell’elaborazione dei dati dell’Osservatorio Cna sulla tassazione della piccola impresa, effettuato sui 124 Comuni capoluoghi di provincia e regione.

Il peso complessivo del fisco (Total Tax Rate) sulle piccole imprese e sugli artigiani senesi nel 2015 è stato pari al 60.4% del reddito d’impresa. Il peso del fisco è aumentato di ben 5.5% tra il 2011 ed il 2012, riducendosi solo nel 2015 del 3.6%, ma è destinato ad aumentare dello 0,1% in questi mesi, secondo le proiezioni sulla tassazione locale 2016.

“Le imprese lavorano quasi otto mesi all’anno solo per pagare le imposte. Ovvio che si riducono in modo drastico anche le risorse per gli investimenti e per la ricerca. E’ tempo di dare una svolta a questo corto circuito, iniziando con un taglio netto delle imposte locali come l’Imu sugli immobili aziendali, rendendola fin da subito deducibile, e delle tariffe sui servizi come i rifiuti – dice il presidente della Cna di Siena Fabio Petri - Lo Stato deve poi rivedere l’intero sistema di tassazione, rendendolo più equo e soprattutto tale da rendere possibile una più rapida ripresa economica. I nostri colleghi europei hanno mediamente il 19.4% di minori imposte sul reddito di impresa rispetto agli italiani. Questo fa capire il grande sforzo che le aziende stanno facendo per perseguire la ripresa economica, confrontandosi anche con il mercato estero”.

Analizzando il caso specifico di Siena nel 2015 il 40.9% (35.6% nel 2014) delle imposte sono state pagate allo Stato, il 6.1% (12.2% nel 2014) alla Regione ed il 13.4% (16.2% nel 2014) in imposte comunali. Il resto è reddito disponibile per l’imprenditore prima di altre tasse minori. La ripartizione è cambiata con i provvedimenti governativi degli ultimi anni. Rimane ancora altissima la tariffa sui rifiuti (Tari), frutto anche della doppia imposizione su quelli speciali, che incide in modo pesante sulla liquidità delle aziende. Nel 2016 per la provincia di Siena le imposte dovrebbero crescere dello 0.1% secondo le proiezioni dell’Osservatorio Cna, con una suddivisione del carico simile allo scorso anno.

La città dove le imprese pagano più tasse è Reggio Calabria con il 73.2%, seguita da Bologna (71.9%), Roma (69.8%), Catania (68.5%) e Firenze (68.5%). Siena si colloca alla posizione numero 61 su 124 capoluoghi di provincia. Le realtà dove sono più basse le imposte vedono al primo posto Gorizia con il 54.4% del reddito in tasse, quindi Cuneo, Belluno e Sondrio, tutte su dati simili.

In conclusione per la Cna è possibile migliorare il sistema tributario. Tre le direttrici operative: una più consistente riduzione della pressione fiscale; il capovolgimento della tendenza a trasferire sulle imprese gli oneri dei controlli e l’uso intelligente della leva fiscale per aumentare la domanda interna.

Per fare ciò la Cna ha preparato dieci proposte: rendere l’Imu sugli immobili strumentali completamente deducibile dal reddito d’impresa; utilizzare le risorse provenienti dalla spending review e dalla lotta all’evasione per ridurre la tassazione sul reddito delle imprese personali e sul lavoro autonomo; introdurre una misura premiale che riduca l’imposizione sul reddito incrementale rispetto al reddito “ideale” stimato dagli studi di settore; definire il concetto di autonoma organizzazione ai fini del non assoggettamento all’Irap; introdurre l’Iri (Imposta sul reddito delle imprese) per consentire alle imprese personali di allineare l’imposizione sui redditi re-investiti in azienda a quella applicata alle società di capitali; redistribuire il gettito derivante dalla tassazione sugli immobili adeguando i valori catastali ai valori commerciali; trasformare le detrazioni relative a spese per lavori edili in crediti d’imposta cedibili agli intermediari finanziari; introdurre il principio di cassa nella determinazione del reddito delle imprese personali in regime di contabilità semplificata; eliminare lo split payment e ridurre la ritenuta sui bonifici, relativi a spese per le quali sono riconosciute le detrazioni fiscali, dall’8% per lo meno al 4 per cento, come in precedenza; evitare di spostare sulle imprese gli oneri dei controlli attraverso un uso intelligente della fatturazione elettronica B2B, agevolare il passaggio generazionale delle imprese individuali tramite la completa neutralità fiscale delle cessioni d’azienda, al pari di quanto previsto in caso di conferimenti.


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