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Attualità giovedì 28 luglio 2016 ore 15:17

La Cia lancia lo ‘sciopero della semina’

cia
presidente Luca Marcucci al centro

È partita da Grosseto la mobilitazione degli agricoltori provenienti dalla provincia di Siena per manifestare contro i prezzi del grano troppo bassi



VALDICHIANA — Il territorio toscano e senese è da sempre vocato alla produzione di cereali infatti su una SAU regionale di circa 755.000 ettari oltre 130.000, di media, vengono coltivati annualmente a cereali e, in particolare, di questi 80.000-85.000 ettari sono investiti a grano duro e circa 15.000-25.000 a grano tenero.

Gli oltre 20.000 cerealicoltori toscani producono mediamente da 2,8/3,5 milioni di quintali di grano duro e da 0,5 a 0,9 milioni di quintali di grano tenero. In queste ultime settimane assistiamo ad un crollo ingiustificato del prezzo del grano duro e tenero con quotazioni di circa 15/18 euro al quintale che sono fortemente al di sotto dei costi di produzione.

«Se le quotazioni non tornano a salire, riconoscendo al frumento Made in Italy il giusto valore, faremo lo sciopero della semina» - ha affermato il presidente della Cia Siena Luca Marcucci, davanti agli agricoltori provenienti da tutta la Toscana con una nutrita partecipazione dalla provincia di Siena aprendo ufficialmente la fase di mobilitazione della Confederazione su tutto il territorio regionale e nazionale. In contemporanea infatti si sono svolti presidi, sit-in e blocco delle Borse Merci nelle maggiori città d’Italia per dare un ultimatum rispetto alla campagna di semina 2017, ma anche per fare una proposta al Governo: “Stop alle importazioni di grano per 15/20 giorni, così da ridare fiato agli agricoltori in crisi.

«In queste condizioni noi non seminiamo - ha spiegato Marcucci -. Anche perché attualmente gli agricoltori producono grano di qualità ma in perdita (15/18 euro al quintale per il frumento duro, largamente al di sotto dei costi di produzione) e la situazione non può restare questa. La provincia di Siena ha una forte tradizione cerealicola, ma le speculazioni di mercato la stanno spazzando via»

Secondo la Cia Siena, infatti, per il grano si è andata determinando una situazione paradossale, che ha visto l’immissione nel mercato di ingenti quantità di grano importato proprio nel periodo della trebbiatura, provocando il tracollo dei prezzi e aumentando a dismisura il già ampio divario tra costo del frumento e prezzo del pane e della pasta. Ed è qui che entra il gioco la proposta della Confederazione di bloccare l’import per due o tre settimane, così da permettere lo stoccaggio del grano prodotto e svuotare i silos. Tutto questo in attesa che le azioni annunciate dal governo la scorsa settimana trovino attuazione e i prezzi risalgano.

«Vista la rilevanza della problematica e tenendo conto dell’impatto che può avere su gran parte del territorio di molte Regioni, tra cui la Toscana, sia il permanere di questa situazione insostenibile di mercato sia l’eventuale dismissione di migliaia di ettari di seminativi (con scarse possibilità di riconversione produttiva) – ha concluso Marcucci - chiediamo, ai Sindaci, ai Presidenti di Regione, alle Giunte Regionali, ai Consigli Regionali di sostenere le ragioni della nostra mobilitazione sia attraverso specifiche prese di posizione che con l’approvazione di Ordini del Giorno a sostegno della nostra mobilitazione o di qualsiasi altra iniziativa riteniate opportuno intraprendere per salvaguardare il reddito e le prospettive dei cerealicoltori toscani e senesi».


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