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Attualità giovedì 07 luglio 2016 ore 15:37

Firmato il patto per salvare le Leopoldine

Dieci Comuni, con capofila Cortona, lavoreranno insieme alla Regione per recuperare e valorizzare le fattorie e le case coloniche 'Leopoldine'



VALDICHIANA — Con il protocollo firmato dai Comuni di Arezzo, Castiglion Fiorentino, Civitella Val di Chiana, Cortona, Foiano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montepulciano, Sinalunga e Torrita di Siena, oltre che dall'assessore regionale al paesaggio Vincenzo Ceccarelli, le istituzioni si sono impegnate a contrastare i fenomeni di abbandono e degrado di questi immobili storici ed a considerare le 'Leopoldine' come parte di un 'sistema' da tutelare e valorizzare, anche tramite la realizzazione di percorsi ciclopedonali.

'Progetto di paesaggio', finanziato dalla Regione Toscana, e mira a coniugare aspetti paesaggistici, storico-culturali, turistici, rurali ed ambientali della Valdichiana. Con questo strumento, infatti, per gli enti sottoscrittori si aprono opportunità, anche di tipo economico. La regione sta già lavorando all'inserimento nella prossima legge di stabilità di u finanziamento per lo studio di fattibilità del progetto.

"Le Leopoldine sono più che semplici rustici - ha detto l'assessore regionale al paesaggio Vincenzo Ceccarelli - sono una parte fondamentale della storia della Toscana e della Valdichiana. Raccontano la bonifica del territorio, la vita della comunità agricola, lo sviluppo della Valdichiana. E' giusto e necessario proteggere quel patrimonio, contrastare lo stato di abbandono e degrado nel quale molti di questi edifici versano perché troppo grandi e difficili da gestire. La Regione ha promosso e definito un protocollo che ne favorirà il recupero, anche tramite la destinazione ad usi non agricoli. Sarà però garantita la salvaguardia della configurazione originaria, l'integrità dell'impianto architettonico. Sarà una riqualificazione, che potrà favorire anche la promozione turistica dl territorio".

Accanto alla funzione agricola (multifunzionalità, agriturismo, residenze agricole per i giovani imprenditori,ecc), infatti, saranno ammesse quella residenziale, le attività e i servizi legati alla promozione del territorio, le attività legate al settore terziario (come servizi ed uffici), oltre a funzioni turistico-ricettive ed edilizia sociale.

Gli eventuali cambi di destinazione verso usi residenziali potranno essere effettuati al massimo per il 60% del totale delle 'Leopoldine' disponibile in ciascun Comune. Gli eventuali frazionamenti dovranno prevedere unità immobiliari con superficie minima pari a 100 mq per gli edifici principali (Leopoldina) e 80 mq per gli annessi e gli edifici di minor rilevanza storico architettonica. Dovrà essere mantenuta l'unità percettiva evitando la frammentazione visiva con strutture e delimitazioni estranee alla tipologia storica o tali da creare cesure tra l'area di pertinenza della leopoldina e il territorio agricolo o la vegetazione circostante.

Per salvaguardare la configurazione originaria delle strutture e delle aree di pertinenza e i rapporti di gerarchia tra l'edificio principale e gli annessi, saranno valutati e definiti gli interventi ammissibili, che varieranno in base al grado di valore storico dell'edificio.


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