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Politica mercoledì 15 aprile 2015 ore 10:00

Tre domande a Marco Spinelli (PD)

Intervista esclusiva a Spinelli, Consigliere Regionale del Partito Democratico candidato alle prossime elezioni regionali.



SIENA — Nel corso della visita a Siena del Presidente Enrico Rossi di lunedì 13 aprile, abbiamo avuto modo di incontrare tutti e sei i candidati del Partito Democratico senese alle prossime elezioni regionali del 31 maggio. Abbiamo colto l'occasione per un'intervista esclusiva su alcuni temi strategici quali la sanità, l'agricoltura, lo sviluppo economico e il futuro del nostro territorio

Marco Spinelli, Consigliere Regionale uscente e nuovamente candidato per il PD: qual'è il merito che si riconosce dal passato mandato amministrativo?

Intanto la Regione Toscana ha vissuto un periodo abbastanza difficile, soprattutto per due elementi: il primo legato alla crisi generale, che ha attraversato l'insieme complessivo del Paese e di conseguenza la Toscana. Il secondo è dovuto alla Provincia di Siena che ha subito una difficoltà aggiuntiva, con la crisi che ha colpito il sistema senese, il Monte dei Paschi e le conseguenze che hanno determinato una condizione abbastanza particolare per noi. Perché negli anni precedenti Siena si era sostanzialmente autoesclusa dal sistema di ripartizione delle risorse, avendo risorse proprie, e pian piano si era isolata e non partecipava più a quello che era il lavoro istituzionale. Con fatica, pazienza e umiltà ci siamo rimessi a lavorare e abbiamo creato le condizioni perché Siena ritornasse a pieno titolo nel processo di programmazione della Regione. I risultati che sono emersi testimoniano che questo sforzo è stato compiuto in modo positivo, basta guardare la quantità complessiva delle risorse che sono arrivate nel nostro territorio, quasi 4 miliardi di euro di investimenti. Testimonia che Siena è di nuovo dentro all'insieme generale del processo politico ed economico che la Toscana sta attraversando.

Qual'è invece il maggiore rimpianto? Cos'è che non siete riusciti a fare nella passata amministrazione regionale e che potrebbe diventare un prossimo obiettivo?

L'elemento fondamentale è stata una lotta più precisa e puntuale alla burocrazia. Gran parte del processo delle leggi in qualche modo hanno determinato questo tipo di condizione; la troviamo all'interno della Legge 65, del piano paesaggistico, dove probabilmente una maggiore semplificazione era necessaria. Tant'è che ci siamo dati un anno di tempo per fare una verifica puntuale di come riusciremo ad attuare queste norme, e soprattutto cosa significheranno queste norme per il nostro territorio dal punto di vista dell'impatto economico, dal punto di vista dell'impatto ambientale per capire se sono necessarie modifiche ulteriori.

Quali sono le possibili soluzioni per evitare il centralismo della città metropolitana di Firenze a discapito dei territori periferici come il nostro?

Questo è un problema reale. È legato ai processi istituzionali in atto, con la costituzione della città metropolitana, che oggettivamente avendo anche un dispositivo normativo diverso da quello delle altre realtà territoriali, è destinata ad assumere una funzione centrale. Noi dobbiamo cercare di mettere in piedi una qualità e una quantità di progetti capaci di poter articolare la funzione del valore del nostro territorio. Io penso che dentro a questo quadro ci stia molto delle politiche che abbiamo adottato negli ultimi anni, perché non è soltanto il problema della centralità di Firenze, è il problema della marginalizzazione della Toscana meridionale. Se noi guardiamo la parte iniziale del piano paesaggistico territoriale, c'era una visione del nostro territorio molto penalizzante, perché era visto più come un vincolo che come una risorsa. Siamo riusciti a cambiarlo, possiamo dire che abbiamo fatto delle modifiche consistenti e considerevoli. Oggi gran parte del nostro territorio è salvaguardato, però questo problema è un problema reale. Noi dovremo sempre di più creare le condizioni perché le province di Siena, Arezzo e Grosseto trovino sinergie su un insieme più complessivo di servizi, così come in passato abbiamo fatto per i rifiuti, per la mobilità, per l'energia.


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