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Attualità sabato 18 luglio 2015 ore 15:16

Poste Italiane ripropone il piano di chiusura

Anci e Sindaci faranno di tutto fermare il piano agendo in piena sintonia con la Regione per contrastare la chiusura di 59 poste sul territorio



SIENA — Il piano di razionalizazione che Poste Italiane ha ripresentato nei giorni scorsi prevede 59 chiusure, solo 6 in meno rispetto al piano tanto contestato in primavera. Gli uffici che dovrebbero abbassare la saracinesca per la provincia di Arezzo sono quattro Campogialli, Pieve a Presciano, Meleto e Mercatale, mentre sei per la provincia di Siena Monticchiello, Pievescola, San Gusmè, Gracciano, Montisi e Serre di Rapolano.

In merito al nuova proposta di chiusura, la presidente dell'Anci Toscana Sara Biagiotti interviene così: “Oggi si parla di 59 chiusure, ma negli anni scorsi ce ne sono state molte altre, e per il futuro non è detto che il problema non si ripresenti. Dobbiamo invertire la tendenza, dobbiamo creare un modello diverso. Ed è proprio su questo che vogliamo puntare, insieme alla Regione: alla creazione di uno sportello polifunzionale, che sia non solo ufficio postale ma offra anche altri servizi ai cittadini".

"Sottoscrivo in pieno la posizione del presidente Rossi - ha detto ancora la presidente Anci - E per quanto riguarda l'ipotesi di invitare i cittadini a ritirare i loro conti correnti postali, credo che sia una ipotesi da spiegare bene, ma che farebbe ben capire a Poste quanti sono e quanto pesano i loro correntisti. E naturalmente anche noi, come Comuni, potremmo decidere di non utilizzare più le convenzioni in essere con Poste per alcuni servizi".

Anche il presidente Ucem Giurlani interviene sulla questione e dice: “C'è stato certamente dialogo con Poste, questo nessuno lo nega, ma ciò non vuol dire che la decisione comunicata dopo le elezioni di chiudere 59 sportelli fosse condivisa da Regione e Comuni, tutt'altro. Subito dopo il periodo elettorale – aggiunge Giurlani – poste ha comunicato per vie non formali alla Regione la conferma del piano chiusure con il salvataggio di soli sei sportelli, ma non voleva dire essere favorevoli e condividerlo, e poi proprio perché era stato già da tempo insediato un tavolo di confronto tra Regione, Poste e Comuni, perché questa decisione non è stata comunicata ufficialmente in questo tavolo? Il confronto nei mesi scorsi aveva mostrato un'apertura di Poste con la possibilità di soluzioni alternative che non facessero venir meno il servizio fondamentale ai cittadini. Anche perché stiamo parlando di territori montani, rurali, marginali dove l'ufficio postale è un presidio, un riferimento, un servizio essenziale che venendo meno provocherebbe disagi a catena. Per tutte queste ragioni non accettiamo questo piano e con Regione e Sindaci andremo avanti nella speranza che una volta per tutte Poste e Governo ci ascoltino” - chiude Giurlani.


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