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Attualità sabato 11 aprile 2015 ore 14:48

Pendolari, Trenitalia si basa su richieste

Il comitato dei pendolari Roma Firenze stanno segnalando che Trenitalia valuta e risponde solo a richieste su singoli treni e su singole stazioni



CHIUSI — Da anni il Comitato Pendolari RomaFirenze denuncia il degrado qualitativo e quantitativo dei treni che servono le stazioni intermedie della Roma-Firenze, l'aumento dei prezzi a fronte dell'aumento dei tempi di percorrenza (+60 percento) e della riduzione del numero di convogli; da anni chiediamo interventi e proponiamo soluzioni di largo raggio geografico e di più lungo respiro nel tempo.

“Queste soluzioni però non interessano Trenitalia – dicono i pendolari - Infatti il 10 Aprile scorso Trenitalia ci informa che, "per dar seguito alle richieste dei viaggiatori, al treno IC 581 è stata riassegnata la fermata di Orte". Tale fermata fu introdotta nel luglio scorso per sopperire ad una presunta emergenza di sovraffollamento di altri treni segnalata dai pendolari di Orte in seguito alla soppressione di due treni per Terni, emergenza rientrata in settembre, quando la fermata avrebbe conseguentemente dovuto essere eliminata. Ciò non è mai avvenuto.Da monitoraggi effettuati dal nostro comitato i passeggeri che utilizzano il treno 598 nella stazione di Orte sono in media 8/10 ogni giorno e ci chiediamo come un'utenza così esigua possa giustificare il persistere di una fermata che doveva essere temporanea. A fronte, soprattutto, di un'utenza abituale complessiva per tutte le altre stazioni intermedie (Orvieto, Chiusi, Terontola, Arezzo) di circa 400 passeggeri.

Trenitalia – concludono i pendolari - è evidentemente un'azienda che agisce con interventi del respiro di due o tre mesi. Che valuta e risponde solo a richieste su singoli treni e su singole stazioni. Questo è lo stato delle cose. Questo lo stato in cui versa la principale azienda del trasporto pubblico in Italia. Sonderemo nei prossimi giorni quanti dei passeggeri del treno 598 chiedono la fermata ad Orte. Nella speranza che persino per Trenitalia valga ancora almeno quella forma di democrazia che si basa sui numeri”.


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