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Spettacoli venerdì 09 settembre 2016 ore 10:48

Il Bruscello itinerante con 'La Gaia Mugnaia"

Sabato 10 settembre la Compagnia Popolare del Bruscello porterà nelle piazze il Bruscello più simile alla versione cantata nelle aie dai contadini



MONTEPULCIANO — Ancora non si è spento il ricordo del “Bravium”, il Bruscello che ha animato Piazza Grande nei giorni di Ferragosto: eppure la Compagnia Popolare del Bruscello non è ancora pronta a riporre i costumi in magazzino e a mettersi a riposo per la stagione invernale.

Sabato 10 settembre 2016 si rinnova l’appuntamento con “La Gaia Mugnaia”, il Bruscellino itinerante lungo le piazze del centro storico poliziano. Si tratta di una forma di Bruscello più simile a quella che veniva rappresentata nelle aie delle campagne durante la Quaresima, durante gli anni del passato contadino.

I bruscellanti percorreranno le strade e le piazze di Montepulciano, seguendo il suono della fisarmonica del maestro Luciano Garosi. A ogni piazza corrisponde una fermata in cui la Compagnia Popolare riproporrà il breve testo de “La Gaia Mugnaia” e proporrà la questua per raccogliere i fondi necessari per la cena e per un bicchiere di vino, similmente a quanto accadeva nella tradizione contadina. 

L’appuntamento è alle ore 17 in Piazza Grande, per poi spostarsi alle ore 18 in Piazza delle Erbe, infine alla torre del Pulcinella alle ore 19 per l’ultima replica. Ecco i bruscellanti coinvolti nello spettacolo: Marco Banini, Chiara Protasi, Elena Cappelli, Stefano Bernardini, Sabrina Dottori, Stefano Banini, Michele Morgantini, Andrea Paolessi, Marco Giannotti, Roberto De Pascali, Alessandro Zazzaretta, Emanuela Rossi, Dino Protasi, Filippo ed Enrico Morgantini, con il coordinamento artistico di Franco Romani.

La Trama. Nei preparativi delle nozze, gli amici del mugnaio Maso lo prendono scherzosamente in giro, perché la moglie è troppo bella e capricciosa. Si rinnova il rito del “rapimento” della sposa e della “parata” al corteo nuziale. Il nuovo signore del paese, credendo il rapimento, vero, cerca di difendere la donna, che accetta questo gesto di cavalleria con innocente civetteria. Il conte Pandolfo si illude che la donna sia innamorata di lui e insiste in una corte serrata. Ma gli amici di Maso si accorgono dei rigiri del conte. Essa accetta un appuntamento serale, e Pandolfo gongolando si porta al mulino, ma la donna fingendo di non riconoscerlo, lo annaffia con un secchio di acqua di scarico. Poi, lo accoglie, ma pretende che non entri in casa così inzuppato e maleodorante. Pandolfo allora si toglie i vestiti che vengono messi ad asciugare fuori. Ma lo assalgono i brividi della febbre e la donna lo fa entrare in casa per ristorarsi.

Gli amici di Maso scorgono le vesti ad asciugare e credendo al tradimento della donna le fanno con esse “il befano” e mentre il Conte si dispera scatenano una danza di scherno davanti al mulino. Torna Maso con la cognata Speranza, scopre i vestiti, sente la moglie che non vuol far entrare in casa la sorella facendola allontanare con una scusa. Vorrebbe uccider tutti e due ma poi pensa di rendere pan per focaccia. Si mette i vestiti del Conte e va al Palazzo. Nessuno lo riconosce, ma giunto davanti alla Contessa così arcigna le passa la voglia di tentare il contraccambio e si accorda con lei per una punizione del traditore: vestito da Conte e in compagnia della Signora si presenterà al mulino, accuserà il falso mugnaio, che è uscito coprendosi il viso, di essere un assassino e di aver attentato alla sua vita e lo condannerà a morte. Quando però gli viene scoperto il viso viene riconosciuto e chiede scusa alla moglie e gli viene fatta offrire la cena per tutti.


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