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Attualità sabato 04 aprile 2015 ore 08:10

La commissione dà ragione al Consorzio di Bonifica

Respinti due ricorsi contro il tributo 2009, in tutto sono 15 i ricorsi respinti. In due casi i cittadini condannati a pagare spese per 500 euro



VALDICHIANA — “Il tributo chiesto dal Consorzio è legittimo. Con entrambe le sentenze del 10 marzo, i ricorsi, entrambi di due singoli cittadini, uno relativo ai tributi del 2009, l'altro al 2010, sono stati rigettati dalla Commissione”- dice il prescindete del Consorzio 2 Alto Valdarno, Paolo Tamburini.

In due episodi in commissione regionale, per la prima volta, i ricorrenti sono stati condannati a pagare le spese di processo per 500 euro. Si tratta del caso di ricorsi relativi al tributo 2010 che sono stati dibattuti ad inizio di quest'anno. Entrambi con esito favorevole al Consorzio.

Nel corso del 2014 sono stati 15 i ricorsi dibattuti per 431 ricorrenti. Tutti hanno avuto esito positivo per il Consorzio in quanto in tutti i casi è stata rigettata l'istanza di illegittimità del tributo. Molte di queste sentenze sono già passate in giudicato. Per difendersi, il Consorzio ha dovuto spendere 36mila euro. “Purtroppo spiace constatare come i contribuenti siano vittime di una cattiva informazione, continua e ripetuta. Quando i ricorsi vengono effettivamente discussi, viene sempre legittimata l'immissione del ruolo da parte del Consorzio. E chi non paga si vede arrivare le cartelle di Equitalia come prevede la legge, con i relativi costi aggiuntivi” - commenta il presidente Tamburini.

Inoltre c'è un aspetto non secondario, quello finanziario. Come spiega il direttore generale del Consorzio, Francesco Lisi. “Solo facendo riferimento ai ricorsi sul contributo consortile 2009, il Consorzio ha avuto mancati ricavi per oltre 26mila euro oltre a spese giudiziarie e legali per quasi 36mila euro. Trattandosi di un ente pubblico economico, il Consorzio è infatti obbligato a ricorrere fino all’ultimo grado di giudizio e questo ha comportato sul piano finanziario un onere complessivo di 62mila euro e di conseguenza, una riduzione delle attività di cantiere per un importo corrispondente, con grave danno per tutti i cittadini, i contribuenti ed il territorio” - conclude Lisi


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