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Politica lunedì 18 maggio 2015 ore 11:07

Francini (FI):"Giù le mani dalla sanità aretina"

Francesco Francini, candidato alle regionali per Forza Italia nella circoscrizione di Arezzo, parla della sanità e dei servizi territoriali



AREZZO — "Nessuno chiami quello che è successo in questi anni ristrutturazione perché è un DEPAUPERAMENTO della nostra sanità, dell’ospedale e dei servizi territoriali a favore di Siena e Firenze” – dice Francini

“Se Rossi deve pagare qualche cambiale a Siena non può farlo con il nostro portafoglio. Portare a Siena la direzione dell’ASL vuol dire privare la città di Arezzo di posti di lavoro e di reddito disponibili ma soprattutto vuol dire portare lontano da noi il centro decisionale: ponendolo anche fisicamente sotto l’influenza di altri. Non ci ingannano le promesse dei rappresentanti del PD locale perché in questi anni hanno dimostrato di essere proni al volere del capo. Bisogna mandare alla guida della città e a rappresentarci in regione persone che sappiano sedersi ai tavoli che contano e con il sostegno dei cittadini sappiano trattare per non essere ulteriormente umiliati.

Se proprio devono portare via la direzione allora potenzino il nostro ospedale, ci diano medici e infermieri per i servizi territoriali per l’assistenza domiciliare ai nostri anziani e i nostri malati, per l’accoglienza dei nostri disabili, operatori socio sanitari per le nostre famiglie in difficoltà, facciano un piano serio per ridurre le liste d’attesa all’ospedale, per la diagnostica e per l’accesso a tutte le prestazioni ambulatoriali”.

Francini conclude: “A nessuna famiglia aretina importerà molto dove si trova l’ufficio del direttore generale se avrà l’infermiere per il nonno non autosufficiente tutti i giorni o lo psicologo per l’adolescente a rischio, ma non sopporterà di vedersi privata anche dei servizi che ha. I soldi che le regione deve risparmiare con la sanità non li recupererà con qualche stipendio in meno ma tagliando i servizi, basta fare due conti per accorgersene, è questo sopratutto che paventiamo ed è su questo che faremo la nostra battaglia”.


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