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Attualità sabato 27 febbraio 2016 ore 15:10

Sanità, Umbria e Toscana a confronto

Scaramelli, presidente commissione sanità Toscana, e Barberini ex assessore regionale umbro alla sanità si sono incontrati a Foligno



CHIUSI — L'incontro "Sanità come termometro di civiltà” è stato promosso dall’associazione culturale “Il Baiocco” e moderato dal caporedattore del Messaggero Umbria, Marco Brunacci, da cui sono emerse tante proposte per il futuro dell’Umbria guardando anche alla Toscana, che ha riformato l’intero sistema sanitario locale con quattro parole d’ordine: innovazione, merito, trasparenza, razionalizzazione.

"Innovare si può, anzi si deve, anche nella sanità pubblica". Di questo ne è certo Stefano Scaramelli che in sette mesi ha portato a casa la riforma del sistema sanitario toscano. Ne è ancor più convinto Luca Barberini che del cambiamento e dell’innovazione sta facendo una bandiera per il futuro dell’Umbria.

“Abbiamo cambiato il nostro sistema sanitario – ha detto Scaramelli – per consegnare alle generazioni future un modello che continui a funzionare bene. I cittadini ci chiedevano di cambiare perché, nonostante la nostra sanità fosse ritenuta eccellente, c’era qualcosa che non andava. Era necessario liberare il sistema sanitario da una cappa, coniugando esperienza e innovazione, menti e generazioni nuove per affrontare sfide diverse. La nuova legge ha trovato tante resistenze e tanti ostacoli, ci sono volute 95 ore di discussione in Aula. In Commissione abbiamo prodotto cento emendamenti alla proposta di legge, siamo riusciti a cambiare e siamo passati da 12 aziende sanitarie a 3, da 36 manager a 9 e abbiamo introdotto la verifica annuale dei direttori generali”.

Barberini ha sottolineato di aver “posto il tema dell’innovazione per la sanità perché l’impostazione della sanità umbra è quella degli anni Settanta” e di essere “pronto a chiederlo per tutto perché siamo difronte a una società completamente cambiata, dove siamo tutti più poveri, più soli e più anziani. Soprattutto in sanità e nel sociale che toccano da vicino la vita di tutti i cittadini, servono risposte nuove che possiamo dare soltanto utilizzando strumenti nuovi. La sanità è il cuore della politica regionale, ma servono politiche più innovative che mettano davvero al centro i cittadini e che sappiano interpretare i nuovi bisogni”. Barberini ha detto che “la sanità non vuole essere mollata dalla politica perché su un bilancio regionale di 2 miliardi, ben 1,7 vengono assorbiti da interventi in questo settore: questo fa capire la responsabilità che abbiamo”.

“In questo contesto – ha detto Barberini – in Umbria va fatta una riforma profonda, che razionalizzi e organizzi meglio l’intero sistema, aumentando la capacità di indirizzo e controllo della politica. E’ opportuno andare verso un’unica azienda ospedaliera su due plessi e una Asl per l’intero territorio regionale, con una centrale unica per gli acquisti. Bisogna riorganizzare la rete ospedaliera evitando inutili duplicazioni e realizzare una rete dell’emergenza-urgenza che funzioni 24 ore su 24. Occorre potenziare i servizi territoriali (distretti, consultori, case della salute, farmacie di servizi, nuovo ruolo dei medici di medicina generale e dei pediatri), abbattere le liste d’attesa con nuovi modelli organizzativi. Questa sfida la proposi anche quattro anni fa, da consigliere regionale, ma non fu capita né dai cittadini né da istituzioni arroccate su se stesse a difesa del proprio fortino. Oggi i tempi sono cambiati e una riforma del genere è ormai necessaria, anche nell’ottica di nuove forme di regionalismo”.


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