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Cultura mercoledì 29 luglio 2015 ore 08:51

Antiche tracce dell'Egitto al MAEC

L’Associazione Culturale Atrapos organizza al MAEC una mostra dedicata all’influenza esercitata dall’Antico Egitto nei confronti di Cortona.



CORTONA — Dal 21 Agosto fino all'8 Dicembre, il MAEC di Cortona si arricchirà di una mostra dedicata all'antico Egitto e alle sue influenze sull'attuale cultura. Una mostra curata dall'associazione Atropos, che si concentrerà sui rapporti tra la cultura egiziana, gli artigiani e gli artisti locali dei secoli passati.

Il fascino esercitato dall'Egitto ha infatti origini molto antiche, che si possono far risalire già all'epoca ellenistica e romana, quando oltre a Cesare, alcuni imperatori, tra cui Adriano, rimasero affascinati da questo paese, considerato la patria della sapienza e della magia. 

A Cortona gli eruditi, interessati alle antichità etrusche che potevano illustrare la patria, sembrano non occuparsi della civiltà egizia. Ma Tommaso Braccioli (1589), nella sua raccolta di alfabeti antichi, dimostra di non essere all'oscuro della questione sulla natura alfabetica e non delle scritture antiche e, sebbene non escluda la possibilità di offrire un alfabeto egizio e uno geroglifico costituito da segni fonetici che nulla mantengono delle immagini sacre, cede secondo lo spirito del tempo, ad un’interpretazione allegorico-emblematica dei geroglifici. 

Nel corso del Settecento, l'interesse per l'Egitto si trasformò in una vera “egittomania” e la moda egiziana, unita alla diffusione degli ideali massonici legati anch'essi al mondo e alla simbologia egizia, influenzò letteratura, arte e musica: dalle decorazioni egittizzanti del Piranesi a Roma, al Flauto Magico di Mozart, alla decorazione di ventagli con vedute di monumenti egizi, con tema dedicato a Cleopatra (uno dei quali si ispira a un quadro di Pietro da Cortona) e con il tema della fuga della sacra famiglia in Egitto, ad alcuni pezzi della locale ceramica di Catrosse ispirati al mondo egizio, a battenti di portone conformati a “testa egizia”, fino ad alcune pitture di palazzi nobili locali.

Nel 1783 il Museo dell'Accademia Etrusca contava già la presenza di 27 reperti egizi. Difficile dire se questi appartenessero alla collezione messa insieme a Roma tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento da Onofrio Baldelli, zio dei fratelli Venuti che nel 1727 avevano fondato l'Accademia Etrusca; o se queste antichità avessero provenienza diversa. Tra il 1798 e il 1800 Napoleone aveva avuto la lungimiranza di farsi accompagnare nella sua spedizione in Egitto da 167 studiosi e scienziati, tra cui matematici, astronomi, disegnatori, naturalisti, architetti e letterati, che ebbero il compito di documentare non solo l'Egitto contemporaneo, ma anche quello antico. Ma è sul finire del secolo che la piccola collezione egizia del Museo dell'Accademia si arricchisce considerevolmente grazie alla donazione di Monsignor Guido Corbelli, Custode francescano in Terrasanta prima e Legato Apostolico per l'Arabia e l'Egitto con sede ad Alessandria poi, il religioso cortonese tra il 1891 e il 1896 invia all'Accademia Etrusca di Cortona e all'Accademia Properziana del Subasio di Assisi alcuni lotti di antichità egizie. Cortona si arricchisce così di una collezione egizia pregevole. 

Recenti sono poi le scoperte, dovute a saggi stratigrafici, di scarabei egizi (o imitanti oggetti egizi), rinvenuti in scavi etruschi dell'area di Cortona, e attestanti rapporti commerciali, sia pur mediati, con il mondo fenicio ed egizio.


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