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Attualità martedì 17 febbraio 2015 ore 13:22

Allarme bracconaggio in provincia

Per Newsweek il bracconiere italiano è fra i più feroci protagonisti del massacro degli uccelli e il WWF delinea un quadro tutt'altro che positivo



VALDICHIANA — Questo triste primato è indubbiamente frutto di una sub-cultura diffusa nell'ambiente venatorio, che travisa il rapporto uomo-natura. Il fenomeno del bracconaggio, o in generale dell'impiego di pratiche di caccia illegali, è molto più diffuso di quanto percepito dai cittadini e dalle istituzioni.

Anche quest'anno non è trascorsa una settimana senza che le guardie volontarie del WWF siano state coinvolte nel rinvenimento di reti, tagliole e lacci o nella verbalizzazione di illeciti per abbattimento di specie protette o particolarmente protette quali fringuelli, frosoni, cardellini, cinciarelle, cinciallegre, pettirossi ed addirittura rapaci. Come se non bastasse, nel quadro delle attività di caccia vanno inclusi gli illeciti legati alla circolazione fuori strada in aree boscate, al foraggiamento illegale della specie cinghiale ed al drammatico impiego di esche avvelenate.

Numerosi controlli hanno portato al rinvenimento di bocconi avvelenati con potenti veleni, in aree adiacenti a istituti faunistici in varie zone della provincia di Siena. Il pensiero criminale degli autori che mettono in atto questa pratica sconsiderata sarebbe quello di eliminare eventuali predatori presenti in zona, per garantire maggiore probabilità di sopravvivenza alle specie cacciabili. In realtà, il risultato che raggiungono questi atti è la contaminazione ambientale e l'uccisione indiscriminata di fauna selvatica e l'avvelenamento di animali da compagnia.

L’abbattimento di specie protette e l’uso delle pratiche illegali di caccia comporta nei confronti dell’autore la denuncia penale all’autorità giudiziaria, con conseguenze anche gravi, che non rendono comprensibile come ancora oggi, nel 2015, ci siano personaggi disposti a mettere in atto queste azioni per una attività ricreativa.


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